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Discussione: FEBBRAIO 2018- 1° Prospetto, neve (%) o mitezza?'

  1. #1
    Andrew
    Guest

    Predefinito FEBBRAIO 2018- 1° Prospetto, neve (%) o mitezza?'

    Buondi' a tutti e bentrovati con l'analisi, la prima sul mese entrante come di solito facciamo andati oltre la 2a decade del mese in corso, mese che è stato ed è in parte deludente sicuramente per gli amanti del freddo e della dama bianca, che salvo per le pre Alpi e zone pedemontane o qualche area dell'interno Appenninico ma ad una certa quota di certo sopra i mille, non hanno visto quasi nulla. E gia' qualcuno mormora d'Inverni conclusi e di stagione compromessa, come al solito le lamentele iniziano sempre molto precocemente ma siamo abituati anche a questo, a nulla servono le lezioni del passato meno e piu' recente , in cui si sono sfornate delle avvez. fredde persino in Aprile! Una su tutte, quella del 7 d'Aprile del 2003. . . .per rinfrescar memorie, METTO UN'IMMAGINE DI QUEL di' in Puglia....
    Bene, ora passiamo all'analisi prospettiva di questo febbraio, ed d'un Inverno che parrebbe "morto" secondo tanti...

    INIZIAMO COL DIRE CHE ALCUNI INDEX SONO IN CALO, TYPE IL N.A.M. CHE VA' SOTTO IN NEG. MA NON E' SOLO QUEST'INDIZIO, VE NE SONO ALTRI BEN + CORPOSI PER EVENTI POSSIBILI FREDDI, FATTA SALVA SEMPRE PERO' LA DIRETTRICE DI DISCESA, PERCHE' DI SPLIT NE POSSIAMO AVERE QUANTI VOGLIAMO. . . .MA POSSONO ANDARE PER LIDI DIVERSI DAL NS; MA VEDIAMO DUNQUE......

    ABBIAMO UN GRAN BEL MOVIMENTO TRA TROPOSF./STRATOSF., POI SI NOTA UN POSSIBILE SCENARIO DA CONFIGURAZ. A PONTE DI WEJKOFF PER LA META' /FINE 1a DECADE DI FEBBRAIO. UNITAMENTE AD UN TRANSFERT DELL'INDEX M.J.O. LA MADDEN JULIEN OSCILL. CHE SECONDO IL + PERFORMANTE READING INGL. [ Ecmwf ] STA' LENTAMENTE TRANSLANDO DA PHASE 3 a PHASE 5 E SI PROIETTA ENTRO LA META' DEL MESE IN ESAME, A PHASE 6/7, UN'OTTIMO VIATICO PER INCURSIONI FREDDE.
    MA C'E DELL'ALTRO: ABBIAMO ANCHE LA PROSPETTIVA D'UN PATTERN EUL/ATH IL CHE STA' PER AVVEZ. APPUNTO DALL'ARTICO, CHE S'INSTAUREREBBE IN SEGUITO AD UN FMMW, NON STO' A SPIEGARVI QUESTA SIGLA MA DICO SOLO CHE SI TRATTA D'UNA DINAMICA TROPO-STRATO e STRATO-TROPOSF. , CHE NE DETERMINA DEGLI SPLIT DEL VP.

    SE IL PROSPETTO IN SEDE STRATOSF. SI RAGGIUNGERA' COME DA OBBIETTIVO DELL'IMMAG. SOTTOSTANTE, BE' ALLORA SI CONCRETIZZERANNO MOLTE DELLE COSE CHE V'HO APPENA DETTO.
    INIZIAMO DAL PONTE DI WEJKOFF...........
    E PROSEGUIAMO CON LE SUDDETTE DINAMICHE IN SEDE STRATOSFERICA. . . . . . . . ,,,,,,,,,CONCLUDENDO CON L'INDEX MADDEN J. OSC. , CHE VERAMENTE DA' UNA SVOLTA AL TUTTO........NETTAMENTE VERSO FASI ....ALTE!INFINE, ECCO PER LA FINE DI QUESTO MESE, IL FORTE RISCALDAM. CHE CAUSEREBBE LA FORTE ONDULAZIONE DELLA WAVE 1, CON CONSEGUENTE RISPOSTA SULLA 2 ATL.RICORDANDO CHE QUESTE SONO "PROSPETTIVE" DI SCENARI POSSIBILI e NON CERTEZZE, OGGI IL CLIMA CI RISERVA MUTAMENTI COSI' REPENTINI CHE PERFINO PER NOI ADDETTI E' DIVENUTO DIFFICILISSIMO SCRUTARNE LE MOVENZE, LO E' PERSINO PER I MIGLIORI MEGA-COMPUTER, FIGURARSI...., RICORDANDOCI TUTTO CIO', TENIAMOCI QUESTA PROIEZIONE IN ATTESA DEGLI AGGIORNAMENTI CHE SEGUIRANNO, IL PROX PROPRIO A FINE MESE. PER ORA E' TUTTO, A PRESTO ....

    Andrew - [ Meteo &nd TecnoScienze to Climatology ]
    Ultima modifica di Andrew; 22 January 2018 alle 12:34

  2. #2
    Neveneve1969
    Guest

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    L'ondata di freddo dell'aprile 1995 fu un'ondata di freddo che colpì il Centro Italia tra il 14 e il 17 aprile del 1995.
    L'aprile del 1995 iniziò con temperature nella norma e bel tempo. Tuttavia dalla metà del mese si ebbe a un colpo di coda invernale con precedenti solo nell'Aprile 1991. Il tutto avvenne grazie a un cambio d'assetto barico da parte dell'Anticiclone delle Azzorre, che si mantenne sulle isole Britanniche per qualche giorno, facendo sì che aria gelida proveniente dalla Russia scivolasse sulle regioni centrali della nostra penisola, con goccia fredda in quota tra Lazio e Abruzzo.
    Situazione sull'Italia
    L'apice del maltempo si ebbe tra il 14 e il 15 aprile, quando, a causa del brusco calo delle temperature, la neve si spinse fino a quote collinari. La neve raggiunse i 200-300 metri di quota sulla Ciociaria e sul Viterbese, a Frosinone (ma anche in comuni limitrofi) il manto nevoso al suolo fu di circa 30 centimetri a fine evento. Forti nevicate interessarono anche i Castelli Romani, con accumuli di circa 40-50 centimetri. La zona più colpita fu la Marsica, dove cadde oltre un metro di neve fin su Avezzano, mentre le zone oltre i 600-700 metri di quota la neve fu di circa mezzo metro. Nevicò copiosamente anche al centro-nord e in molte zone interne dell'Appennino..
    X non dimenticare....

  3. #3
    Andrew
    Guest

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    Citazione Originariamente Scritto da Neveneve1969 Visualizza Messaggio
    L'ondata di freddo dell'aprile 1995 fu un'ondata di freddo che colpì il Centro Italia tra il 14 e il 17 aprile del 1995.
    L'aprile del 1995 iniziò con temperature nella norma e bel tempo. Tuttavia dalla metà del mese si ebbe a un colpo di coda invernale con precedenti solo nell'Aprile 1991. Il tutto avvenne grazie a un cambio d'assetto barico da parte dell'Anticiclone delle Azzorre, che si mantenne sulle isole Britanniche per qualche giorno, facendo sì che aria gelida proveniente dalla Russia scivolasse sulle regioni centrali della nostra penisola, con goccia fredda in quota tra Lazio e Abruzzo.
    Situazione sull'Italia
    L'apice del maltempo si ebbe tra il 14 e il 15 aprile, quando, a causa del brusco calo delle temperature, la neve si spinse fino a quote collinari. La neve raggiunse i 200-300 metri di quota sulla Ciociaria e sul Viterbese, a Frosinone (ma anche in comuni limitrofi) il manto nevoso al suolo fu di circa 30 centimetri a fine evento. Forti nevicate interessarono anche i Castelli Romani, con accumuli di circa 40-50 centimetri. La zona più colpita fu la Marsica, dove cadde oltre un metro di neve fin su Avezzano, mentre le zone oltre i 600-700 metri di quota la neve fu di circa mezzo metro. Nevicò copiosamente anche al centro-nord e in molte zone interne dell'Appennino..
    X non dimenticare....
    Bravo Neveneve, ottimo resoconto d'un altra annata in cui il freddo, è pure "corposo" si fece strada sull'Italia, specie centrale. Hai fatto bene a citarne la memoria storica.

  4. #4

  5. #5
    Neveneve1969
    Guest

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    C'e' anche questo da ricordare:
    Inverno 2005.
    L’Abruzzo ha vissuto un trimestre invernale dai connotati siberiani, uno di quegl’inverni che racconteremo ai nostri figli, per il freddo, per la neve (tanta), per le gelate, per le chiusure prolungate di scuole ed uffici e per gli episodi nebbiosi. Dopo una fase non troppo fredda precedente il Natale 2004 si incomincia con le prime forti gelate attorno all’11 dicembre, culminanti in una fase nebbiosa, per la zona della piana del Fucino, che va dal 19 dicembre al 24, in cui si toccano punte di -6° e giornate di ghiaccio e galaverna, addirittura il 23 si verifica un episodio di neve chimica. Gli ultimi giorni dell’anno sono caratterizzate da episodi nevosi ma con scarso accumulo, stante le temperature leggermente alte. Con i primi di gennaio inizia una fase anticiclonica con forte inversione termica e gelate intense e termometro che, anche di giorno, oscilla attorno ai 3° (zona di riferimento: Avezzano). La svolta avviene il 18 gennaio quando una minima di -8° dà il via a quella che sarà la parentesi più fredda e duratura degli ultimi 20 anni. Inizia così un periodo nevoso, con irruzioni fredde di natura polare e marittima che si alternano a quelle ancora più fredde provenienti dalla porta della bora. Inizialmente sono la zona della Marsica e dell’Aquilano ad essere maggiormente colpite con neve e temperature polari, in tal senso spiccano i -19° dell'osservatorio di Campo Imperatore. Ma in corrispondenza con i giorni della merla è la zona peligna e costiera a ricevere lo schiaffo più forte: in una sola notte cadono 60 cm ad una quota di 400 metri e più di 100 cm attorno ai 1000 metri. A Roccacaramanico cadono in una sola notte ben 200 cm di neve. Il giorno seguente la piana di Navelli (700 metri) registra una minima di -12° ed addirittura -31° a Campo Felice (1400 metri). Molti comuni dell’Alto Sangro sono isolati. La regione chiede lo stato di calamità. Eloquente l'immagine dell'Italia dal satellite di quel 31 gennaio. Per una settimana verranno riproposti episodi nevosi da stau con accumuli totali nella Marsica orientale che sfiorano i 200 cm ad una quota di 1200 metri. Notevole anche il freddo: -13° registrati al Telespazio (piana del Fucino 700 mslm AQ). Dal 10 febbraio inizia per la Marsica l’inferno: dopo alcune nevicate con accumuli importanti si arriva al 20 febbraio, nella notte cadono nella città di Avezzano 60 cm freschi, arriva l’ ordinanza di chiusura delle scuole, rimarranno tali per una settimana. Ancora più colpite le zone attorno alla città di Tagliacozzo, dove nelle frazioni cade più di un metro di neve in una sola notte. Ogni notte seguente si verificano accumuli che oscillano attorno ai 10 cm. Smette di cadere neve solo il primo di Marzo, il rasserenamento permette nei giorni seguenti minime record ad Avezzano (per il mese di marzo): -8°,-10°,-11°c. Addirittura nel Fucino si raggiungono i -20°, in questi giorni anche la massima non ha superato i -2°. Il 4 Marzo riinizia a nevicare, gli accumuli sono sempre importanti, circa 20 cm al giorno. Dunque ai primi di marzo l'intero abruzzo è in ginocchio: toccati di nuovo i -31°C la notte del 6 Marzo 2005 al Rifugio del Lupo, situata in località Vado di Pezza (Rocca di Mezzo 1468 m s.l.m.), gli accumuli nel capoluogo marsicano si aggirano sui 100 cm nelle zone in ombra, pendono dai tetti stalattiti di ghiaccio lunghe un metro, cosa che non succedeva dall’ 86. Anche la zona del chietino tocca spessori di 80 cm. A Roccacaramanico l'accumulo totale supera i 4 metri. Su Gran Sasso, Maiella e Velino gli accumuli sono oramai incalcolabili. Di rilevanza straordinaria sono:

    - La minima assoluta per il mese di Marzo ad Avezzano di -11°.
    - Le gelate consecutive dall’11 dicembre 2004 al 22 marzo 2005 (zona marsica ed aquilano).
    - La presenza costante della neve al suolo da metà gennaio a metà marzo (quota di riferimento 600 metri).
    - L’ultima precipitazione liquida risalente a metà dicembre 04, ovvero totale assenza di episodi sciroccali di forte rilevanza (zona Marsica).
    - L’insistenza e la durata degli episodi nevosi.
    Un inverno che entrerà negli annali di climatologia abruzzese.

  6. #6
    Andrew
    Guest

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    Botta fredda su Balcani e Grecia; molto probabilmente quella che era prevista x noi entro il 25-26 del mese andra' li'. Come si puo' vedere non è che vi sia stato un netto change dalla proiezione d'una settimana fa' ma piuttosto un cambio di direttrice.

    E questo è molto difficile da prevedere se non appunto a soli 3 /4 gg.

  7. #7
    Andrew
    Guest

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    GFS CI REGALA UN SOGNO. . . . ! PER ORA, TENIAMOCELO. . . ,,,

  8. #8
    Fulvio
    Guest

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    Citazione Originariamente Scritto da andrew Visualizza Messaggio
    GFS CI REGALA UN SOGNO. . . . ! PER ORA, TENIAMOCELO. . . ,,,
    solo le ENS ce lo negano..

  9. #9
    Fulvio
    Guest

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    Sono convinto che qualcosa di grosso bolle in pentola, secondo GFS, il VP finisce in Africa......

  10. #10
    Andrew
    Guest

    Predefinito

    Gia' amico mio......, ma.......aspettiamo; con calma e gesso tanto non andiamo di fretta, no..?'

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